Sono la vittima (non il killer !) degli autovelox!

Egregio Comandante, 
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Le scrivo in riferimento al verbale che mi è stato redatto in data 12/2/24 con pena pecuniaria (543 euro) e ritiro della patente di guida.
Sono un medico di vecchia data e proprio per un impegno medico, essendo in ritardo, viaggiavo a velocità sostenuta (102 Km/h) in via della villa romana, strada periferica di Ponticelli a 3 corsie.
Dovevo, infatti, assistere e dar conforto a una mia paziente per un delicato intervento chirurgico presso l'Ospedale del Mare lì nei pressi.
Con questa velocità in corsia di sorpasso appaiavo altre macchine al mio interno in prima e seconda corsia, pressappoco alla mia stessa velocità, quando vigili urbani al centro della strada hanno intimato, per mia sfortuna, l'alt proprio a me.
Alla consegna dei documenti ho cercato di parlare ma mi è stato detto di tenermi alla larga, a debita distanza a mo' di un appestato, nonostante sulla macchina avessi in chiara evidenza un macroscopico contrassegno medico, rilasciatomi dalla Polizia Municipale di Gragnano per la sosta in occasione di visite domiciliari.
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Dopo la pronuncia della condanna (multa e ritiro patente) senza appello, per eccesso di velocità sull'irrisorio limite di 40 Km/h (non rispettato da nessuno perché intralcia la viabilità!), prima di firmare, mi è stato chiesto se avevo qualcosa da dichiarare. Stralunato, e in ritardo con la paziente, ho preferito firmare.
Questa dichiarazione, egregio Comandante, adesso la sto facendo a Lei e, fermo restante il pagamento di quanto dovuto per l'infrazione stradale (ma il ritiro della patente è una cattiveria, c'è carenza di medici!), mi permetto di dire che un po' di umanità e sensibilità da parte di integerrimi e intransigenti tutori della legge non guasterebbe.
Tra l'altro, nella quotidiana routine di lavoro, tra vigili urbani e medici di famiglia c'è pure un nobile legame lavorativo, dal momento che voi salvaguardate l'incolumità stradale e noi la salute pubblica.
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Un ultimo dettaglio, e mi scuso di farle perdere tempo prezioso, è che da 48 anni percorro circa 100 km al giorno – da Sant'Anastasia, mio comune di residenza a Gragnano dove esercito la mia professione – senza mai aver commesso infrazioni stradali, pur percorrendo quotidianamente (mai lasciare la strada vecchia per la nuova!) la statale 268 del Vesuvio, una delle strade più incidentate d'Italia, dove in alcuni tratti c'è pure il controllo della velocità media.
Da scrittore dell'anima (a cambiare il mondo, forse, non ci riuscirò ma a educare le anime, a partir dalla mia, di certo ce la farò!) mi permetto di inviarle il mio ultimo libro (La luce della cultura) con dedica. Al momento son conosciuto solo sui social, sui siti letterari e dai miei assistiti, ma a breve sarò conosciuto pure dalla Polizia Urbana del nostro territorio.
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Intanto un monito stradale per i nostri giovani...
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e dall'impegno acustico del cellulare
a quello visivo dello smartphone
la guida (e la vita) diventa un optional.”
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Il questionario del mio editore

1) Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro " La luce della cultura sulle ali della fede", cosa diresti?
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Versavo in severa depressione, sprofondando sempre di più, quando un angelo in volo (mio padre!) mi prese a volo e, ispirandomi, mi fece volare sulle ali della fede!
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2) Da dove nasce l'ispirazione che ti ha portato a scrivere questo libro in cui si fa un percorso di tipo filosofico, poetico, religioso e nelle coscienze?
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L'ispirazione, di certo, è un dono divino e la mia incredibile trama biografica mi fa pensare di essere un predestinato! Sono, infatti, il primogenito prediletto di un angelo (di nome e di fatto), morto prematuramente, che vendeva maglie di gran qualità (marchio Domenico Servodio!) in via Duomo a Napoli di fronte a Serpone, il negozio di arredi sacri per eccellenza! E, tra tanti segni e segnali, la cappella di mio padre (Angelo Raffaele), nel cimitero di Sant'Anastasia su 3 livelli, non poteva essere che la prima a destra del piano superiore!
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3) Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
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Il segno che vorrei lasciare è una spinta culturale per capire la vita nel senso giusto e, pertanto, la vita non va presa con filosofia ma va intesa con la filosofia. A tal fine mi son permesso di correggere il “primum vivere, deinde philosophari” di Aristotele con il mio “primum philosophare per saper vivere”!
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4) C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
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Assolutamente no perché è un libro di facile lettura alla portata di tutti e di certo non annoia con i suoi variegati spunti: filosofici, scientifici, narrativi, biografici e poetici!
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5) Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “ La luce della cultura sulle ali della fede , quali useresti?
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E' un testo morale, comportamentale e culturale per migliorare l'umanità alla deriva!
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6) Perché credi si debba leggere il tuo libro?
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Nell'ottica di migliorare la precaria condizione umana (Putin è ancora alle prese con i confini territoriali!) dall'alto di queste 3 discipline formative: a) filosofia (pensare per esistere), b) scienza (studiare per vivere) e c) religione (credere per amare).
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7) Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
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Sulle soglie del 76° anno di età forse deporrò le armi (anche Platone nel Crizia a 75 anni interruppe l'attività!), non prima però che la mia “novella arca di Noè” faccia diventare l'Italia, sempre sulla scia di Platone, la “risorta Atlantide” per traghettare il mondo nell'era della luce e della pace a bordo dell'anima, non più biga alata ma fiammante monoposto, pilotata dalla mente, alimentata dall'amore e illuminata dalla coscienza!
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8) Qual è il libro che hai letto quest'anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
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Ad onor del vero, da sempre impegnato con le mie svariate attività, non leggo dai tempi degli studi! Adesso, seppur in pensione, continuo la mia attività di medico di famiglia, oberato (per non dir assillato!) dalle problematiche dei miei assistiti che cerco sempre di curare, oltre che prevenire le malattie e vaccinare nonché educare con i miei libri regalati!
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9) Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
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Se Cesare con la sua fulminea vittoria su Farnace pronunciò la fatidica frase “veni, vidi, vici”, dal canto mio, non certo stinco di santo, dopo una vita sofferta, intensamente vissuta (quanto più si soffre tanto più si vive!) dico: “veni, vidi, vici, vissi e scrissi per migliorare le anime a cominciar dalla mia”! E per concludere non mi faccio una domanda ma trasmetto e dedico un mio illuminante aforisma a figli e nipoti: ”non vali per i beni che hai ma per il bene che trasmetti agli altri”.
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Di marchio in marchio (fiordilatte Orchidea) altro che Chiara Ferragni!

Il tema attuale di influencer e relativi marchi mi riporta indietro negli anni, al mio matrimonio con la mia influencer (moglie) e i suoi prestigiosi marchi!
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E così a partir dal matrimonio passammo di Excelsior (Napoli, pranzo nuziale) in Excelsior (Roma, prima notte) per convolare a Parigi, prima tappa del viaggio di nozze.
Per moderare le manie spenderecce della novella sposa, nel viaggio in macchina verso la capitale transalpina ricorsi alla mia prima madornale bugia.
Raccontai, infatti, alla malcapitata sposa che non mi ritrovavo più parte dell'ingente somma di danaro che mi ero portato per il viaggio, di certo trafugata da qualche inserviente dell'eccelso albergo... incredibile farsa di un ladro che frega il mariuolo!
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Intanto messo piede a Parigi, come volevasi dimostrare, la prima richiesta di mia moglie non fu di visitare il Louvre o la torre Eiffel ma di recarci alla sede centrale di Louis Vuitton agli Champs Elysées per un regalo (firmato!) alla madre.
E sempre nell'ambito di marchi importanti la sera ci recammo in un ristorante rinomato per ostriche e champagne nei pressi dell'Opéra dove chiaramente ricordo di aver pagato tanto ma mangiato poco.
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Ad onor del vero vi confido adesso che anch'io sono vittima di un marchio importante se, nella scelta di mia moglie, amore a parte, misi gli occhi addosso alla figlia di don Vincenzo “'o giovan”, l'industriale del latte, l'ideatore di un prestigioso marchio “fiordilatte Orchidea”, che ancor oggi rappresenta il top dei latticini e che nel corso degli anni è diventato l'amante o meglio il fiore all'occhiello della pizza! Questo solido legame, ancora una volta, mi riporta al matrimonio e alla sua sacralità in tempi di compagni e partners (poveri figli!)... marchiane bugie a parte!
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Con questa mia scelta sentimentale, anche ragionata, per concludere, da buon calciatore (attaccante nato!) anticipai le chiare vedute di un grande allenatore di calcio, quel giramondo di Bora Milutinovic con il suo... “nascere da un padre povero è una sfortuna ma trovarsi un suocero povero è da stupidi”!
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Sotto l’egida della cultura un Buon Anno di luce e pace!

-La vita non va presa con filosofia ma intesa con la filosofia!
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-La filosofia (pensare per esistere) è la sinapsi cognitiva tra scienza (studiare per vivere) e religione (credere per amare).
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-La cultura filosofica della vita: l'amore (l'anima della vita, la biga di Platone) muove (il motore immobile di Aristotele) l'universo (iperuranio) con la sua luce (la coscienza morale, il gnothi sautòn di Socrate).
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-Il soffio vitale della cellula primordiale o spirituale ha uno stampo filosofico con il pensiero illuminato (membrana esterna, Aristotele) ad abbracciare amore (citoplasma, Platone) e coscienza (nucleo cellulare, Socrate) per regalarci l'anima.
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Pertanto l'anima nella sua variegata veste ha una identità filosofica e letteraria ma pure... fisica e poetica!
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-L'anima filosofica è triplice coscienza: vigile (cogito ergo sum), consapevole (amo e sempre sarò) e morale (gnothi sautòn).
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-L'anima letteraria è certezza di esistere (ESISTO), consapevolezza di amare (PER AMARE) ed eleganza di vivere con la coscienza morale (VERAMENTE).
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-L'anima fisica è a guisa di una fiammante monoposto, pilotata dalla mente, alimentata dall'amore e illuminata dalla coscienza.
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LA FIAMMANTE MONOPOSTO
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L’anima è la strabiliante
rossa monoposto,
dono della potenza divina,
per superare il tortuoso
e contorto circuito della vita.
Chi lo supera sicuro e veloce
a pieni giri senza penalità,
sfoggiando abilità di guida
con nervi ben saldi,
si guadagna la protezione
del mantello divino
con l’alloro di pilota dell’anima e,
con un pizzico di umana vanagloria,
la corona d’alloro di poeta
delle follie della vita.
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Con la luce della cultura filosofica, in riferimento ai gradi della conoscenza con relativo gradiente di luce (il grigiore del cogito, lo splendore della ragione, il bagliore dell'intelletto, il fulgore della sapienza e il candore della contemplazione), si passa dalle ombre del dubbio alle luci della certezza e dalla “notte delle vacche nere” di Hegel con la sua ragione (s'a piglian e fess') egoistica al “cielo stellato di Kant con il suo intelletto altruistico, dono spirituale.
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Pertanto l'obsoleto aforisma di Hegel “tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale” si può tranquillamente sostituire con “tutto ciò che è vita è amore e dove c'è amore c'è vita”.
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Dall'alto di queste illuminanti premesse possiamo pure dissentire dall'aforisma di Aristotele “ primum vivere deinde philosophari”, perché in tempi tanto bui bisogna “primum philosophare per saper vivere” nel senso e nel verso giusto.
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La mente umana, in ultima analisi, pur nella sua complessità ed infinità (il cielo stellato della conoscenza), si può semplicemente considerare formata dal sistema nervoso (cervello) e dal sistema spirituale (anima), collegati dalla sinapsi (trait d'union) del pensiero, interruttore mentale, evidenziabile come scintilla d'impatto con luminoso amalgama tra spirito (alito vitale) e materia (polvere condensata), elementi primordiali della vita.
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La conoscenza, pertanto, si dipana con percorso mentale e filosofico sull'asse neurone (surrogato materiale) – pensiero (elaborato mentale) – verità (distillato spirituale).
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L'“educazione morale” (al posto dell'educazione civica e dell'ora di religione!) alla luce dell'anima nella sua illuminata veste di triplice coscienza sarà la disciplina solare (o spirituale) per tempi migliori con la scrittura strada maestra della verità, la lettura maestra dell'istruzione e la cultura presupposto della corretta informazione, in modo da accomunare finalmente la famiglia umana (nostro albero genealogico di infiniti amori) sulla religione unica dell'amore!
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In virtù di tanto alla frase di Eraclito - “I confini dell'anima non li potrai mai trovare, per quanto tu percorra le sue vie; così profondo è il suo logos” - rispondo che le vie del Signore sono infinite ma si possono percorrere sulle ali della fede, eccelsa cultura. E a fagiolo capita il libro “La luce della cultura sulle ali della fede”!
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L'INNO ALLA PACE
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Con variegati innesti alla luce,
sole imperante di giorno
e miriade di stelle la notte,
risplenderà la fioritura
di variopinte gemme
in una vasta gamma di colori.
Da questi profumati germogli
verranno alla luce dolci frutti,
prelibatezze di ogni stagione,
generati dal vero amore
nella sua splendida veste di luce.
È proprio questo il momento
con il risveglio delle anime
di prendere finalmente coscienza
che siamo tutti fratelli
su questa benedetta terra
con l’unica certezza,
nonché luminosa speranza,
che Dio esiste.
E' questo il mio sogno ispirato
della pace mondiale.
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L’ultima nota familiare!

Dopo il documento di famiglia (4/10/2020) ecco pure una nota familiare perché non più accada quello che mi è successo!
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L'ultima impresa fraterna Antonio l'ha realizzata mentre il fratello Michele giaceva a letto nella sua ultima settimana di vita terrena.
E così, in questa triste situazione davvero... mortificante, ha pensato bene con lucidità mentale di costruire, a proprio uso e consumo (a suo dire anche per il fratello... per farlo salire in paradiso!), un'ascensore che gli evitava la fatica di salire 6 gradini!
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A questa immane, immensa vigliaccata, da realizzare col consenso pure di un moribondo, mi sono opposto, considerazioni morali a parte, sol perché l'ascensore oscurava l'unica mia finestra libera dai suoi abusi edilizi del primo piano e che permetteva anche alla mia abitazione, a lui sottoposta, uno spiraglio di luce.
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Intanto per salire al primo piano ci sono presidi molto più comodi all'infuori del... montacarichi usato per... pacchi più pesanti!
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Per uno che da decenni scrive di morale esser condannato dal fratello per questioni di morale è davvero il colmo!
Comunque la nota positiva è che nell'aldilà vivremo in settori diversi senza più vederci dal momento che mi considera un diavolo mentre lui si ritiene l'acqua santa o viceversa... ad onor del vero!
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L'ultimo appunto di questa deplorevole storia e che, in caso di dipartite, sarà più onorevole evitare la farsa di convenevoli funerei!
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