L’umana commedia (ultima parte)

Questa fantomatica fiamma è proprio l'anima che da tempo io ricerco ed a questo punto mi sovviene pure che la ghiandola pineale (epifisi) si trova proprio in questi paraggi. Da antico tempo ritenuta l'occhio della visione spirituale, l'epifisi potrebbe essere la sede più idonea dell'anima che, nel corso degli anni, per i tanti mali che affliggono la terra si è andata sempre più atrofizzando.
 
Ma vuoi vedere che proprio a me, apripista dell'era spirituale, è stato concesso l'anteprima di questa magica veduta? E così, nell'appropinquarmi a questa minuscola struttura, noto con gran meraviglia che da essa fuoriesce un fascio di luce così intenso da illuminare, dalla testa in giù, l'intera sagoma corporale senza antipatiche prominenze... pensa un po' non hai più la pancia!
Questo vero fantasma corporale è il tuo abito interiore di luce firmato e ben visto da lassù, ma se per cieca caparbia pensi solo a te stesso ed alla solita materialità, questo abito luminoso a firma impareggiabile man mano si spegnerà e non sarà più presente agli occhi di lassù:
 
se a te da sempre piace
il vestito in terra firmato
dal più famoso stilista
per mantener le distanze
e mostrare agli altri
la tua gran potenza;
povero te, non pensi
per niente al tuo avvenire
che è solo il nulla
ed il buio della materialità.
Fatti invece furbo
e segui questo mio consiglio,
mantieni sempre splendente
anche il tuo abito interiore
per il tuo stesso avvenire,
che è solo di vera luce.
Andando indietro nel tempo
il sommo poeta così si pronunciò:
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare.
 
Quel trasparente velo di fasci luminosi che copre dolcemente la tua splendida anima, quasi accarezzandola, è l'umana sensibilità per essere un poco diversi almeno dalle bestie, che spesso sono più sensibili degli stessi lor padroni, tant’è che il maestro Dante dall’alto così tuonò:
 
Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtude e canoscenza.
 
Dopo tutti questi ragionamenti tra fantasie, follie e poesie un minimo di verità pur ci sarà, e vi assicuro che questa volta non scrivo per farmi compagnia, ma per lanciare un messaggio al mondo al limite della follia!
Rimbocchiamoci allora le maniche perché l’avvenire della terra sia davvero splendente con il Sole che ci accompagna, ci protegge e guida verso infiniti orizzonti di luce sotto l’agognata bandiera del mondo finalmente in pace.
Seppur stia parlando con tanta serenità, i miei fratelli ancora si spaventano e, vedendomi immerso nella scrittura, mi costringono a prendere le solite medicine del disturbo bipolare, che ti fa passare dalla depressione con il silenzio e il vuoto dell’anima, alla euforia o esaltazione con smanie e manie di grandezza.
Io questa volta, pur scrivendo ispirato, non mi sento più euforico o esaltato e questa mia serenità deriva da questo viaggio appena concluso, che mi ha illuminato con quella fantastica visione dell'anima in anteprima e, in virtù di tanto, mi sento in smagliante forma spirituale con il cuore pervaso di gioia e d’amore.
Questa mia bella esperienza la voglio condividere con voi perché, ormai, non è più tempo di risentimenti e rancori. Queste fameliche belve gemelle, invidia (Eva) e gelosia (Elena), mali biblici ed epici dell'umanità, non possono più convivere e covare nel nostro profondo io, proprio in quel sito firmato dal divino, che sprigiona tanta energia vitale. Guai a rivolgerla al male, porterebbe solo odio incancellabile di una malefica volontà, ispirata da quel poveretto di Satana in vergognosa, proditoria attesa di povere creature per aver così loro compagnia al buio, tra urla e svariati odori, finanche nauseante acredine, per non parlar del bruciore: che prodigio questo inferno con tutti i tuoi sensi intatti!
 
Spendi invece bene la vita
e ti risveglierai all’ombra
del tuo stesso creatore,
miracolo è anch’essa luce
ed allora qui è paradiso
dove tutti saremo se,
al pari del nostro corpo,
con esercizio di quotidiana catarsi
di sera o di mattina, faremo pulizia
di queste nostre benedette coscienze,
sì che il loro naturale colore,
riflesso accecante di infinito splendore,
dia luce mettendo alla luce
la vera umanità che si alimenta
e produce amore alla luce della luce.
Che misterioso fascino
e sorprendente premio
è il mistero della divinità.
 
Cari miei lettori, or che mi avete conosciuto nei miei intimi recessi, devo rivelarvi un segreto: io sono stato l’unico uomo sulla terra ad essere stato già in paradiso. Avevo per padre un angelo, il più bello mai esistito in terra, che per troppe amarezze si trasferì in cielo. Vedendo, però, il suo primogenito prediletto soffrir della sua stessa malattia, col divin permesso e le chiavi del buon Pietro, scese in terra e lo portò in braccio lassù in paradiso; con le mirabili cure del caso, dopo breve lasso di tempo lo riportò a casa. Questo evento, poiché mi consideravano folle, non l’avevo ancora rivelato: chi mai avrebbe creduto una tale verità?
Or che finalmente sono in gran forma spirituale e figli e fratelli non si spaventano più, ecco che vi racconto, di certo lo vorrete sapere, il luogo dove sono stato che si chiama paradiso:
 
vivevo sospeso in aria
nello splendore della luce
solare tra il celeste dei cieli
e l’azzurro dei mari,
per poi riposar coperto
dalla volta celeste e cullato
finanche dalle onde marine
nell’armonioso silenzio
della pace divina.
E di certo avete già indovinato
l’angelo che mi stava accanto...
è un uomo che da sempre sogno
e che mai mi abbandonerà,
mio padre l'angelo Raffaele.
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