Con il viso in maschera

langue la poesia

senza l'aura di un sorriso

ad ispirarti il canto

di una dolce melodia.

Per troppa avvenenza

priva di veste morale

subiamo adesso

una carica virale e

senza più carezze

e con virtuali abbracci

perfino l'amor

ci si rivolta contro.

Ma io da tempo

vivo in quarantena

per scrivere di morale

e almeno tu, dolce Musa,

senza l'assillo del contagio

concedimi finalmente

un ballo con la maschera

del tuo seducente sorriso

per continuare a sognare

e veramente amare.

Viviamo tempi

dell'amore a distanza

dopo che lo squallore

della vita e del sesso

ci ha scatenato addosso

un'invasione virale.

Dagli indecenti costumi

ritorniamo allora

alle dediche in versi

da cui sbocceranno fiori

di prelibata sostanza,

che faran rifiorire la vita

su questa terra alla deriva.

E con la coscienza dell'amore,

dagli infausti presagi,

finalmente passeremo

ai fausti dì per gli agi

di una nuova era spirituale

alla luce dell'anima

senza più danni né malanni.

Ne è passato del tempo

ma sei ancor bella e vitale

anche se per me resti solo

una passione ideale.

Basta però vederti

che diventa reale,

mi si riaccende l'anima

e m'infiammo d'amore

che riverso su carta

ma all'istante prende fuoco.

Dal tuo vivo ricordo

con la mia testa in fumo

a me altro non resta

che l'amore puro,

quella vivida luce

che illumina le menti

e sostenta l'universo

con il suo fulgido alimento.

Donna ideale,

mi risvegli la mente

dal letargo invernale

e mi appari primavera

in un'armonia di colori

con la tua vivificante aura

ad ispirarmi poesie.

Non so spiegarmi, però,

perché ancor oggi mi sfuggi

ma dal mio lucido piano,

stai certa, non rifuggi.

Ti confido allora che,

lungi da contatti

e rapporti carnali,

per me ormai cose banali,

in te cerco l'assenso

per denudare la passione

con la fragranza di rime baciate

se van di moda i messaggi

con i versi alla deriva.

Eterea mia modella,

sol vivido pensier,

nella tua veste di bello

di Te perduto cervello,

un dì sarò il tuo artista.

Non so scolpirti il corpo

da inetto materialista

e non sarai una Venere di Milo,

non so dipingere il tuo volto

e neppur sarai Monna Lisa.

Ma con il pudor del moralista

so ben tratteggiarti l'anima

che in viso ti traspare

con il suo seducente sorriso

e la sua limpida bellezza

in Te è piacente dolcezza.

E' questa l'impronta del bello

che da sempre riflette la luce,

fa tanto sospirare l'amore

e ispira in versi la voce.

Infin quel fatal dì,

con mente e coscienza d'intesa,

illuminando il pensier

e spiritualizzando la materia,

la sua vision regalerà a tutti...

finalmente la pace.