Il questionario del mio editore

1) Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro " La luce della cultura sulle ali della fede", cosa diresti?
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Versavo in severa depressione, sprofondando sempre di più, quando un angelo in volo (mio padre!) mi prese a volo e, ispirandomi, mi fece volare sulle ali della fede!
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2) Da dove nasce l'ispirazione che ti ha portato a scrivere questo libro in cui si fa un percorso di tipo filosofico, poetico, religioso e nelle coscienze?
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L'ispirazione, di certo, è un dono divino e la mia incredibile trama biografica mi fa pensare di essere un predestinato! Sono, infatti, il primogenito prediletto di un angelo (di nome e di fatto), morto prematuramente, che vendeva maglie di gran qualità (marchio Domenico Servodio!) in via Duomo a Napoli di fronte a Serpone, il negozio di arredi sacri per eccellenza! E, tra tanti segni e segnali, la cappella di mio padre (Angelo Raffaele), nel cimitero di Sant'Anastasia su 3 livelli, non poteva essere che la prima a destra del piano superiore!
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3) Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
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Il segno che vorrei lasciare è una spinta culturale per capire la vita nel senso giusto e, pertanto, la vita non va presa con filosofia ma va intesa con la filosofia. A tal fine mi son permesso di correggere il “primum vivere, deinde philosophari” di Aristotele con il mio “primum philosophare per saper vivere”!
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4) C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?
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Assolutamente no perché è un libro di facile lettura alla portata di tutti e di certo non annoia con i suoi variegati spunti: filosofici, scientifici, narrativi, biografici e poetici!
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5) Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “ La luce della cultura sulle ali della fede , quali useresti?
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E' un testo morale, comportamentale e culturale per migliorare l'umanità alla deriva!
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6) Perché credi si debba leggere il tuo libro?
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Nell'ottica di migliorare la precaria condizione umana (Putin è ancora alle prese con i confini territoriali!) dall'alto di queste 3 discipline formative: a) filosofia (pensare per esistere), b) scienza (studiare per vivere) e c) religione (credere per amare).
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7) Quali sono i tuoi prossimi progetti in fatto di scrittura?
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Sulle soglie del 76° anno di età forse deporrò le armi (anche Platone nel Crizia a 75 anni interruppe l'attività!), non prima però che la mia “novella arca di Noè” faccia diventare l'Italia, sempre sulla scia di Platone, la “risorta Atlantide” per traghettare il mondo nell'era della luce e della pace a bordo dell'anima, non più biga alata ma fiammante monoposto, pilotata dalla mente, alimentata dall'amore e illuminata dalla coscienza!
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8) Qual è il libro che hai letto quest'anno che ti ha più colpito e consiglieresti?
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Ad onor del vero, da sempre impegnato con le mie svariate attività, non leggo dai tempi degli studi! Adesso, seppur in pensione, continuo la mia attività di medico di famiglia, oberato (per non dir assillato!) dalle problematiche dei miei assistiti che cerco sempre di curare, oltre che prevenire le malattie e vaccinare nonché educare con i miei libri regalati!
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9) Adesso è il momento di porti una domanda che nessuno ti ha fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
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Se Cesare con la sua fulminea vittoria su Farnace pronunciò la fatidica frase “veni, vidi, vici”, dal canto mio, non certo stinco di santo, dopo una vita sofferta, intensamente vissuta (quanto più si soffre tanto più si vive!) dico: “veni, vidi, vici, vissi e scrissi per migliorare le anime a cominciar dalla mia”! E per concludere non mi faccio una domanda ma trasmetto e dedico un mio illuminante aforisma a figli e nipoti: ”non vali per i beni che hai ma per il bene che trasmetti agli altri”.
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Di marchio in marchio (fiordilatte Orchidea) altro che Chiara Ferragni!

Il tema attuale di influencer e relativi marchi mi riporta indietro negli anni, al mio matrimonio con la mia influencer (moglie) e i suoi prestigiosi marchi!
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E così a partir dal matrimonio passammo di Excelsior (Napoli, pranzo nuziale) in Excelsior (Roma, prima notte) per convolare a Parigi, prima tappa del viaggio di nozze.
Per moderare le manie spenderecce della novella sposa, nel viaggio in macchina verso la capitale transalpina ricorsi alla mia prima madornale bugia.
Raccontai, infatti, alla malcapitata sposa che non mi ritrovavo più parte dell'ingente somma di danaro che mi ero portato per il viaggio, di certo trafugata da qualche inserviente dell'eccelso albergo... incredibile farsa di un ladro che frega il mariuolo!
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Intanto messo piede a Parigi, come volevasi dimostrare, la prima richiesta di mia moglie non fu di visitare il Louvre o la torre Eiffel ma di recarci alla sede centrale di Louis Vuitton agli Champs Elysées per un regalo (firmato!) alla madre.
E sempre nell'ambito di marchi importanti la sera ci recammo in un ristorante rinomato per ostriche e champagne nei pressi dell'Opéra dove chiaramente ricordo di aver pagato tanto ma mangiato poco.
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Ad onor del vero vi confido adesso che anch'io sono vittima di un marchio importante se, nella scelta di mia moglie, amore a parte, misi gli occhi addosso alla figlia di don Vincenzo “'o giovan”, l'industriale del latte, l'ideatore di un prestigioso marchio “fiordilatte Orchidea”, che ancor oggi rappresenta il top dei latticini e che nel corso degli anni è diventato l'amante o meglio il fiore all'occhiello della pizza! Questo solido legame, ancora una volta, mi riporta al matrimonio e alla sua sacralità in tempi di compagni e partners (poveri figli!)... marchiane bugie a parte!
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Con questa mia scelta sentimentale, anche ragionata, per concludere, da buon calciatore (attaccante nato!) anticipai le chiare vedute di un grande allenatore di calcio, quel giramondo di Bora Milutinovic con il suo... “nascere da un padre povero è una sfortuna ma trovarsi un suocero povero è da stupidi”!
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