Resoconto di famiglia (per non passare pure per pazzo!)

Con la coscienza a fior di pelle e la mente a pieni giri, in veste di dottor Maiello, di notte scrivo di morale mentre di giorno, nei panni di signor Maiquello, me la prendo, sempre per questioni morali, con i miei integerrimi familiari, proprio a mò di dottor Jekill e mister Hyde.
A questo punto, le evenienze sono due: o sono veramente folle (e in tema ci sono terapie psichiatriche) o i miei familiari vanno in confusione su questioni morali, dal momento che pensano troppo al tornaconto personale (e materiale), e qui siamo giunti, finalmente, alla resa dei conti familiari o resoconto di famiglia.
Allo scopo sempre di non passare per pazzo (e chiarire gli eventi), a scatenarmi il “fuori giri mentale” contribuirono pure i molteplici giochi (carte, cavalli, casinò, schedine e... precursore del calcioscommesse!) di un mio fratello giocatore, alimentati da un cognato sprovveduto e da una mia sorella (la moglie) affarista.
Il primo, infatti, invece di tenersi alla larga da un giocatore temerario, si fece coinvolgere, sotto la prospettiva di lauti interessi e per l'ingordigia del denaro, in una presunta operazione commerciale (qualche decina di milioni per l'acquisto di coperte Somma), ma poi, resosi conto che i suoi soldi, come prevedibile, erano finiti su di un tavolo al casinò, per il recupero si rivolse al sottoscritto appellandosi alla mia primogenitura.
Ad onor del vero, da primogenito con la coscienza a fior di pelle, ero sempre pronto a corrispondere ai debiti di gioco di mio fratello, ma nello specifico dare soldi a un giocatore incallito fu l'investimento di uno sprovveduto e pretenderli, poi, dal fratello primogenito, già tanto impegnato, era un recupero assurdo.
Comunque, per mantener fede a una promessa fatta a mio padre (prima della sua prematura dipartita) di mantenergli unita la famiglia (paventavo che lasciasse quell'affarista di mia sorella con 2 figli piccoli), pagai questo debito non subito e, con la mente “fuori giri”, gli corrisposi pure gli interessi usurari del 100% (il doppio di qualche decina di milioni)!
Ero davvero fuori di mente, altro che mente a pieni giri, anche perché impegnato nel computo quotidiano delle proteine da somministrare a mia madre affetta da encefalopatia epatica, e questa insana operazione (all'epoca anch'io avevo figli piccoli), purtroppo, incrinò i rapporti con mia moglie e, col tempo, la pagai cara al costo della mia stessa famiglia.
 
Ritornando adesso ai giochi di mio fratello, alimentati pure da mia sorella, quest'affarista comprò dal giocatore, per alcune decine di milioni, una quota di un terreno, poi rivenduta per svariate decine di milioni con un guadagno di circa l' 800%.
In quell'occasione, naturalmente, reclamai la restituzione almeno delle mie decine di
milioni che avevo corrisposto al marito, ma la risposta di mia sorella fu quella di non turbarle l'equilibrio familiare!
Ferite così profonde non si rimarginano facilmente, ma io imperterrito continuai a frequentarla, nonostante che, alla laurea di mio figlio, fosse stato l'unico familiare a non farmi un regalo, perché questo suo prezioso dono (un'agenda riciclata!) lo aveva dimenticato in macchina per ben 6 mesi, ignorato finanche dai ladri!
Sui soldi e sui regali ci son passato sopra, ma poi, finalmente, me la son presa (ed ho preso le distanze) per gli auguri che non mi ha fatto (sempre soltanto lei) in occasione del matrimonio di mio figlio, nonostante qualche giorno prima fossimo stati insieme... ad un funerale!
E in tema funerario, quello sprovveduto del marito ha fatto di più se, in occasione della morte di mio suocero, è passato ai piedi della bara e davanti ai miei figli (li ha pure curati... medice cura te ipsum!) in prima fila senza far loro le condoglianze, che invece ha fatto a me ed io, prontamente, gliele ho restituite per raccomandata e... senza interessi!
D'ora in avanti, senza rancore ma solo per mantenere le distanze, con cognato e sorella non voglio avere più relazione di alcun genere, né in vita (per gli auguri) né in caso di morte per le condoglianze. E questa scrittura chiarificatrice è rivolta ai figli, che si son potuti godere l'ilarità dello zio giocatore nel suo passaggio terreno, soltanto grazie ai miei tanti sacrifici, ragion per cui l'etichetta di folle me la posso dare soltanto io. E qui li porto, finalmente, a conoscenza di quei retroscena che hanno permesso loro una vita serena.
 
A completare il quadro del resoconto di famiglia, dopo cognato e sorella, entra in campo adesso pure un mio fratello razionalista, che porta i conti al centesimo e non si gioca una lira, proprio il mio polo opposto con positivo e negativo invertiti.
 
Nella villa dove abitiamo io gli corrispondo, di pari importo, la quota condominiale, anche se è soltanto lui ad usufruire di tutte le dipendenze esterne in comune (garage, terrazzo, campetto, parcheggio) ed ha trasformato il portone d'ingresso in un ripostiglio dei suoi mobili di risulta. Inoltre all'esterno del palazzo sono presenti sostegni in acciaio a testimonianza di abusi edilizi di un mancato architetto, comunque artista edile a proprio uso e consumo: cucina pensile che oscura la mia sottostante, pensilina posteriore con relativo ingresso e, di recente, balconcino che illumina la sua veduta e oscura la mia finestra sottostante. 
Ho sempre sopportato tutto e continuavo a sopportarlo, ma poi per un cambio d'indirizzo, come mio solito, ho fatto le mie rimostranze urlate e lui si è defilato e, ahimè, mi ha privato del saluto.
Va bene pure porgere l'altra guancia, ma se questo colpo ti fa impazzire, non è più un monito divino ma diabolico! Ed io proprio per non impazzire per cause familiari (quel gran benefattore di mio padre si beccò la cirrosi psicosomatica!), riesco ancora a sfogarmi con le urla e con il dono della scrittura.
Ritornando alla controversia del cambio d'indirizzo, questo in pochi anni è passato da via murillo di trocchia a via Gaetano Donizetti ed infine, in via definitiva (attestato da una tabella comunale), a via Padre Pio.
In questa alternanza di indirizzi, le varie utenze non mi arrivavano più e, paventando il rischio di rimanere (oltre che solo) anche senza acqua, luce e telefono, mi affrettai a comunicare il nuovo indirizzo ai vari gestori.
Dopo tanto, grande fu la meraviglia di vedere questa nuova tabella letteralmente scippata e al suo posto una targhetta di legno con su scritto il vecchio indirizzo di via Gaetano Donizetti (ex via murillo di trocchia) senza menzione alcuna di via Padre Pio.
Riconobbi in questa scrittura la grafia di mio fratello razionalista e, dopo aver apposto sulla sua tabella “cose da pazzi o casa di pazzi”, gli feci le mie naturali rimostranze urlate, dal momento che, egoista qual è, non mi aveva neppure interpellato prima di dar seguito a questa sua allarmante sconsideratezza!
E qui mi ritornano alla mente incresciosi episodi che avevo cercato di cancellare: va bene pure portare i conti al centesimo, ma chiedermi in garanzia (in caso di mia prematura dipartita... corna facendo!) un assegno dell'importo di un'utilitaria (appena una decina di milioni) non mi sta bene, perché valgo molto di più! La centrale rischi di Firenze aveva dato parere negativo (ero molto esposto economicamente) alla finanziaria per l'acquisto dell'utilitaria ed io, pertanto, mi ero rivolto a mio fratello per il contratto. In quell'occasione ben peggio fece il cognato sprovveduto che, alla mia richiesta di un preventivo firmato di una vettura da parte del suo concessionario, scambiandolo per un assegno firmato (ed invece era carta straccia), si rifiutò!
A garanzia (e salvaguardia) dell'unione familiare non c'è assegno che tenga ma basta l'amore, purché non scateni una malattia (come la cirrosi psicosomatica paterna) o si trasformi in follia:
 
FOLLIE EPATICHE DA AMOREVOLEZZE
Nel rinvenire alla vita mi diagnosticai una falla che, tra pensieri folli, la mente mi spegnea. Fu con estremo sforzo di ciò che mi restava dopo immani tentativi di colpo la tappai. Non era altro che l’amara epatopatia di familiar riscontro, d’emblée riconosciuta, che tanti e tanti danni a me avea arrecato. Per la sua etiologia non altro vi trovai, sono le “amorevolezze” a queste alfin pensai. Son quelle cose che s’ingurgitano per sommo amore ma poi, quando troppe sono, il mal ti vai a cercar con questo inglorioso termine di tal epatopatia che può significar niente o grave mal celar. Ma io cosciente e dotto in breve la combatto...
 
Dopo questa scrittura liberatoria (finanche in versi) e il sintetico resoconto di famiglia ecco pure le mie dediche di famiglia:
 
A MIO PADRE
 
maestro delle cose fondamentali della via,
per i miei figli a cui, per le umane follie
di una mente a pieni giri,
non ho saputo trasmettere
gli stessi insegnamenti.
 
Papà, la forza del tuo amore
ha pervaso di te il nostro cuore,
vivi sempre con noi
e il tormento permane.
E pur la vita continua,
gelida, con nel cuore
un immenso vuoto
che tu colmerai quando
ci riuniremo a te
nell'abbraccio di Dio.
 
A MIA MADRE
 
Intensamente,
a lungo sofferta,
ancor più bella,
che vita insieme!
Sei volata all'istante
in un lampo abbagliante
su di una luminosa scia
tra schiere angeliche festanti
con sinfonie di canti e suoni
a spasso per sempre
nell'incanto dei cieli.
 
A MIO FRATELLO (l'ironia dell'anima)
 
Barattò, a mo’ di Totò con la fontana di Trevi,
la gestione della laguna di Venezia
a un gruppo di sprovveduti austriaci!
Mi mandò in affanno per i suoi folli giochi,
ma l’inventiva e il successo con
le belle donne furono per me motivo
di orgoglio e la testimonianza
di un uomo di charme e gran classe.
L’avvocato” per amici e conoscenti
si laureò con strabilianti sotterfugi,
domò e irrise con solita ironia
una indecorosa malattia e illuminò
gli ultimi istanti di vita terrena
convolando a sacre nozze
con la sua fidanzata preferita!
Soffrì più per le mie turbe mentali
che per la sua malattia!
Mi amò e mi venerò
come persona speciale!
Mi raccontò come fratello
e mi raccomandò come padre
ai miei stessi figli!
 
Eppur vero che i panni sporchi si lavano in famiglia, ma il sottoscritto, intransigente moralista, li lava in casa e li asciuga all'aperto per fini educativi e, a tal uopo, scrive (e regala) libri di morale, affinché di tutto (bene e male) e di tutti (buoni e cattivi) non si faccia un'erba e un fascio!
Sempre a tal fine sono arrivato a definire la coscienza, che è l'impronta (e il marchio) della verità che delimita il bene dal male e, nel contempo, ho tracciato i confini tra mente (materia raffinata) ed anima (mente illuminata), terribili sorelle del nostro io profondo.
Quest'ultima non è un termine campato in aria, ma vive e illumina l'universo, ed io mi son permesso pure di quantizzarla e definirla in ogni suo versante:
 
1- in termini filosofici - l'anima è triplice coscienza: vigile (PENSIERO, custodia/membrana della cellula spirituale o primordiale), consapevole (AMORE, citoplasma della cellula spirituale) e morale (COSCIENZA, nucleo della cellula primordiale).
 
2- in termini letterari - l'anima è certezza di esistere, consapevolezza di amare ed eleganza di vivere con la coscienza morale.
 
3- in termini reali: ESISTO (cogito ergo sum, certezza dell'esistenza all'istante) PER AMARE (amo e sempre sarò, certezza dell'esistenza in eterno) VERAMENTE (gnothi sautòn, certezza della verità di cui sono depositario).
 
Dalla mia sofferta esperienza ho coniato l'aforisma “amo e sempre sarò” e l'amore, citoplasma dell'anima e motore della vita, è la pressione giusta per scongiurare la depressione e la carica vitale per non serbare mai rancore, anche se non va fatta, per fini educativi (educazione morale), di tutta l'erba (e l'umanità) un fascio.
In conclusione ecco 2 recensioni di cui andrò sempre fiero: quella di mio fratello ai miei figli in punta di morte e quella di un vecchio saggio che disconobbe pure il figlio (mio cognato)!
 
Mio fratello ai miei figli: ho avuto un fratello straordinario, immaginate che padre vi trovate!
 
Il vecchio saggio in confidenza e a bassa voce: dottore, ieri a tavola siete stato un uomo di vita e di scienza ed avete parlato con ispirata eloquenza!
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