Il messaggero dell’amore

 
Divina Musa,
mia dolce Poesia,
in tanta armonia
e per la tua melodia,
di Te ormai folle,
non hai più scampo
e in piena pazzia
un dì ti rapirò.
Per morbosa gelosia
Ti occulterò
in una profonda segreta,
lungi da occhi indiscreti,
per godere solo io
la tua splendida luce
che ha dato alle mie corde la voce
e finanche ai sensi la pace.
Coprirò i tuoi lamenti
di tenere carezze,
colmerò i tuoi pianti
di limpidi baci
e alle tue rimostranze
ti immobilizzerò
con morbidi abbracci.
Ti lascerò andar via
solo se finalmente
mi darai un nome
e in veste di Cupido,
messaggero dell'amore,
con Te mi farai volare
all'infinito in eterno
verso orizzonti di luce.
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Il vagito di mio nipote

Appena nato
dal grembo strappato
ebbi un vagito urlato
ma poi d'incanto
in un abbaglio di luce
mi acquietò una voce.
Eri tu,
dolce neonatologa,
che mi visitavi
ma tanto mi rivoltavi
e già tra me pensavo...
dammi tempo
e per natio desio,
appena più grande,
ti strapazzerò io
con rime baciate,
atavica mania
di fare poesia,
perché la tua dolcezza
è un fiore
che inebria le menti
e intenerisce i cuori,
ingelosisce le mamme
e invaghisce i papà
ma fa tanto ammattire
quel brontolone di mio nonno.
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La leggiadria degli anta

In giovinezza
fu vera bellezza,
con la maturità
fu mera dolcezza
ed or con gli anta
la saggezza sarà tanta.
Seppur non santa, però,
resti un pezzo da novanta
sol per batteri e virus
ma non per me che te le canto.
Dopo avances versificate,
o mia Musa attempata,
non ci sarà attentato
alla tua leggiadria
se mi concedi infin
un rapporto ravvicinato
al fin di decantar
la tua consolidata classe
con recidive scritture
sempre più stantie
da declamar a poesie.
Intanto oggi
in piena maturità
tu compi gli anta,
mentre io,
in piena vetustà,
divento nonno
e così se la materia
ci irride e ci contrasta,
di contro lo spirito
ci sorride e ci sovrasta.
Buon compleanno,
mia dolce Musa,
il peso degli anni,
oberato dagli anta,
è nell'umano destino
ma non tange il divino.
 
Il 1° giugno è il genetliaco di mia madre (mi ha generato/afflato vitale) e della mia musa (mi ha rigenerato/rinascita spirituale). Dal momento che si festeggia San Giustino, primo apologista cristiano e patrono dei filosofi, ecco alcune mie considerazioni:
 
-Le coordinate umane... lo spazio è la grandezza della materia (corpo), del finito (res extensa) mentre il tempo è la lunghezza del pensiero (anima), dell'infinito (res cogitans)
 
-In tema di pesi e misure, età e compleanni... lo spazio è il vuoto (la misura) della materia, il tempo è l'età della materia mentre lo spirito è sempre giovane e non ha età!
 
-L'uomo... per il corpo/sostanza (forma della materia) è espressione del finito e quindi mortale, mentre per l'anima/essenza (fantasma della materia) è espressione dell'infinito e quindi immortale....
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Il matrimonio della fede

 
In nome della coscienza
e alla luce della fede...
tu anima, intelletto per amare,
e tu mente, ragione per valutare,
vi dichiaro marito e moglie
ma... smettetela di litigare
 
Tra anima e mente, terribili sorelle del nostro io profondo, finalmente è unione sentimentale (come l'unione gay da legalizzare), mentre tra intelletto (per amare) e ragione (per valutare) è unione matrimoniale con vincolo sacramentale... sperando di non sbagliare!
 
Comunque tra anima e mente, intelletto e ragione, tra pressione spirituale e passione carnale, ahimè, siamo al solito conflitto ed ancor oggi, in tema di amore da conquistare, anima e mente tra urla e strilli se le diranno e di santa ragione se le daranno. Per maggior chiarezza vi riporto questa scala non mia...
 
Se amate qualcuno per la sua bellezza non è amore ma desiderio... Se amate qualcuno per la sua intelligenza non è amore ma ammirazione... Se amate qualcuno per la sua ricchezza non è amore ma interesse... Se amate qualcuno e non sapete il perché, questo è amore. (Anonimo)
 
Questo dilemma tra anima e mente, ahimè, l'ho vissuto sin dalle fasce, da quando mia nonna Rosina, intransigente istitutrice religiosa, mi educava sul bene e sul male per sfuggire al fuoco dell'inferno! E così già dalle fasce tra me e me pensavo “ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant'è amara che poco è più morte”, mentre con i primi passi mi sovvenne Dante...”or incomincian le dolenti note a farmisi sentire; or son venuto là dove molto pianto mi percuote.”
 
 
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La ramanzina del nonno

Benvenuto nipote,
sei appena arrivato
e già ti assillo
da nonno brontolone.
Da un magico impasto
di spirito e materia
nasce la vita
e sin dal primo impatto
scintilla il pensiero
dapprima sol d'impiccio
ma poi un vero impaccio.
Nel tuo intimo, infatti,
si troverà alla mercé
di due terribili sorelle,
anima e mente che,
tra urla e strilli,
se le diranno
e di santa ragione
se le daranno.
Mantieni allor
a distanza la mente
con la sua buia,
egoistica invadenza
e fidati dell'anima
con la sua confortevole,
discreta presenza,
perché in questa luce
dagli albori della vita
troneggia la coscienza
che illumina il pensiero
per ideazione e,
come tu ben testimoni,
trasmette amore
per generazione.
 
Dopo questa ramanzina, caro nipote, impara a vivere con il necessario (si vive bene) e cerca di aiutare gli altri. Tuo nonno l'ha fatto e si ritrova... solo poesie (come questa) e a vivere da solo!
 
La fortuna di nascere... famiglia (ristretta) al naturale (i promossi sposi) con la mamma a ispirare la dolcezza (amore), il padre a regalare la serenità (equilibrio spirituale) e il nonno a raccontar palle e palloni!
PS-
Premesso che di politica non me ne intendo ma di “educazione morale” sì, questa ramanzina è anche per qualcuno che non sa fare il padre (Silvio), né il nonno (Berlusconi) e né il politico (Silvio Berlusconi) dove necessita valenza morale (le giovani fidanzate fanno ridere i nipoti a crepapelle!!!)!
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